VOGLIE PRIMAVERILI - Treviso Trasgressiva

VOGLIE PRIMAVERILI - Treviso Trasgressiva

La sentite anche voi questa sensazione nell'aria? Proprio così, la primavera è finalmente arrivata, la sento nelle giornate che si allungano, nel canto degli uccelli al mattino che mi sveglia, nell'aprirsi delle gemme sui rami degli alberi, ma anche in una certa voglia che, ora, mi prende sempre più spesso, come penso di avere dimostrato qualche giorno fa, in occasione di una festa tra amici, proprio per celebrare l'arrivo della bella stagione.
Di trans, a Bologna, c'è solo l'imbarazzo della scelta, ma una solare come me non potreste mai trovarla, ogni serata in mia compagnia è sempre spumeggiante, per questo non mi sorpresi più di tanto quando ricevetti l'invito per questo party, nel quartiere bene della città, dove avevamo come dress code, manco a dirlo, il floreale: un bel paio di scarpe tacco dodici color pastello, un vestito leggero pieno zeppo di fuori, capace di mettere in risalto il mio fisico slanciato e, al contempo, di valorizzare il mio magnifico seno, una vera opera d'arte del mio chirurgo di fiducia, un trucco naturale ed ero pronta per andare alla festa, più carica e desiderosa di divertirmi che mai. Conoscevo davvero tante facce in mezzo a quella gente, con alcune avevo anche avuto un passato a luci rosse, ma appena vidi la mia cara amica Penelope mi si illuminò lo sguardo, almeno sapevo con chi spettegolare tutta la sera, anche se non era sola, ma con lei c'era un ragazzo che mi lasciò a bocca aperta: carnagione olivastra, capelli cortissimi, occhi verdi e labbra tutte da baciare, quando Olivier si presentò ero troppo incantata per ricordarmi il suo nome, così glielo chiesi alla mia amica appena lui ci voltò un attimo le spalle, venendo anche a sapere, con mio sommo piacere, che era single e a caccia di divertimento...
La festa, nonostante il turbinio di colori degli abiti degli invitati, la musica rilassante e i deliziosi cocktail a disposizione non sembrava particolarmente frizzante, forse perché i miei occhi erano tutti per quel bel morettino appena conosciuto, e Penelope sembrava averlo capito sin da subito, bisbigliandomi all'orecchio che, quella sera, se volevo farci qualcosa assieme dovevo dividermelo con lei; come darle torto, anch'io sarei stata restia a cedere quell'Adone, timido e impacciato in pubblico, ma monello appena ne ebbe l'occasione, come imparai di lì a poco quando, stufi della folla, decidemmo di fare una passeggiata nel parco di fronte. Giunti ad uno splendido gazebo in ferro battuto, circondato da siepi e con tanto di fontanella in azione, ci sedemmo per fumare una sigaretta e chiacchierare un po', con la mia amica che, maliziosa come non mai, continuava sia a lanciare frecciatine alla sottoscritta, per il divertimento di Olivier, che a riferirgli nell'orecchio frasi piccate su frasi piccate, di cui non sentii una parola ma il cui senso pensai proprio di aver capito, almeno a giudicare dalle azioni successive della peperina in questione, che si alzò, mi venne vicina, si chinò, mi diede un bacio e, inginocchiandosi, mi divaricò le gambe.
Non ci volle molto perché il mio membro si destasse, sono bastati un paio di movimenti di mano di Penelope perché facesse capolino dal vestito, tirato su appena qualche istante prima che la mia amica vi si avventasse, facendolo sparire tra le labbra, mentre il caro Olivier, seduto al mio fianco, mi prese il mento tra le dita, mi fece voltare verso di lui e iniziò a baciarmi lentamente, con la sua lingua che giocava con la mia. Penelope era davvero in vena di festeggiamenti quella sera, così, senza smettere di lavorarmi con la bocca, slacciò con una mano sola la patta dei pantaloni del ragazzo e ne tirò fuori la dotazione, che catturò subito la mia attenzione: a poca distanza da me c'era uno dei più grossi uccelli che abbia mai visto, lungo, certo, ma soprattutto larghissimo, già pronto all'uso, tanto che, quando vidi Penelope che, lasciata per un attimo la mia verga per assaggiare quella di Olivier, se lo cacciò tutto in bocca, rimasi stupita dalla bravura della mia amica, nonché desiderosa di testare anche la mia capacità di avere a che fare con tutto quel ben di Dio...
Mi accomodai dunque a fianco della piccola scatenata, che nel frattempo aveva abbassato il suo vestito, mettendo in mostra i suoi minuti quanto deliziosi seni, dai minuscoli capezzoli rivolti leggermente all'insù, e le strappai di bocca la preda, avventandomi su di essa con tanta golosità: ammetto che nella mia bocca ci stette solamente una parte di quell'incredibile bastone, per fortuna che Penelope mi diede manforte, concentrandosi con la lingua sulle altrettanto abbondanti palle di Olivier, al quale stavamo riservando un trattamento di tutto rispetto.
Il francesino era proprio un bel boccone, ogni minuto che passava diventava sempre più intraprendente, ci stava prendendo gusto, fino a quando non ci tirò su e fece accomodare sul tavolo da pic nic la mia amica, allargandole le cosce e assaggiandola proprio là in mezzo alle gambe, invitando la sottoscritta a fare altrettanto. Tra le cosce di Penelope feci una vera scorpacciata, ora gustando la mia giovane porcellina, ora baciando appassionatamente Olivier, che mi contendeva le grazie di Penelope, la quale non sapeva proprio chi dei due preferiva: per fortuna che non doveva scegliere, così come non aveva bisogno di accontentarsi solamente di una verga.
Intanto, quella del mio nuovo amico aveva iniziato a penetrare la ragazza, mentre le mie mani la tenevano ben salda al tavolo, impedendole tutti i movimenti, fino a quando non volli divertirmi io stessa, allora mi scambiati di ruolo con Olivier, prendendo subito Penelope e iniziando a darci dentro, più forte e veloce che potevo, quasi a mostrare al francese come si facesse, in una specie di derby europeo, in cui però tutti stavamo vincendo... Tenendo le gambe dell'amica ben larghe, potevo vedere ogni centimetro del mio membro entrarle dentro senza difficoltà, tanto Penelope era bagnata, e di tanto in tanto scendevo ad assaggiare i suoi deliziosi succhi, mentre Olivier offriva il suo bastone alle labbra della diavolina, ora impegnata a dare e ricevere piacere senza alcun ritegno proprio lì, nel mezzo di un parco pubblico, dove chiunque poteva passare. Vedere al massimo dell'eccitazione il bel giovanotto, con quell'affare enorme in mezzo alle gambe, mi fece diventare gelosa di Penelope, lo volevo io ora, per cui trascinai Olivier tra le mie braccia e mi misi novanta, pronta per lui: la sensazione del suo pezzo di carne che, lentamente ma senza esitazioni, mi allargò al massimo il sedere fu di una goduria senza paragoni, di ragazzi ne ho avuto a bizzeffe, ma come lui non me ne ricordo proprio, e il mio divertimento aumentò ancora di più quando Penelope, senza farsi notare, sgattaiolò sotto il tavolo e iniziò a lavorarmi il membro con la bocca, cercando di eguagliare il godimento che mi stava procurando il francese. Qualche minuto dopo e i caldi schizzi di Olivier che mi inondarono nel profondo, accompagnati da un suo ultimo gemito a lungo trattenuto, mi fecero l'effetto desiderato, e proruppi anche io in un orgasmo sensazionale, ma anche la piccola Penelope reclamava un’altra scarica di piacere, conoscevo bene l'insaziabile ninfomane, per cui la tirai su e ricominciai a sbatterla con una violenza che la mandò, nel giro di pochissimo, di nuovo alle stelle, il tutto seguito, manco a dirlo, dai miei copiosi succhi, che le andarono a imbrattare il delizioso vestito, per l'occasione alzato di poco sopra i fianchi.
Come colpita da un'intuizione, mi guardai all'improvviso intorno, ora che la foga era svanita, alla ricerca di possibili testimoni del fattaccio, che non tardai ad individuare: si trattava di un timido guardone, che doveva averci visto dall'inizio alla fine a giudicare dal suo sguardo soddisfatto, e che pochi istanti dopo si dileguò, seguito a ruota dal nostro simpatico trio, che decise di tornare alla festa: dopotutto, non era ancora tardi, magari una piccola avventura potevo ancora trovarla, quella sera...

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